3 settembre 2023

Lettera a sostegno di Julian Paul Assange rivolta al Primo Ministro australiano

Sabato 2 settembre alle ore 17 a Milano si è tenuto un partecipato presidio nei pressi del Consolato generale d'Australia a sostegno di Julian Assange.

La manifestazione rientrava in una campagna internazionale per cui ci si è mobilitati davanti alle sedi diplomatiche australiane. Per l'Italia si sono attivate, oltre Milano, Roma e Genova.

Nel corso dell'iniziativa è stata letta una lettera rivolta al Primo Ministro australiano Anthony Albanese per chiedere alle istituzioni del Paese di cui Assange è cittadino una presa di posizione in linea con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (nella fattispecie gli articoli 11-14-19).

Al seguente link il momento della lettura, dopo una breve introduzione inerente l'attività del Comitato. Riprese a cura di Milano Uno.

2 SETTEMBRE IN PIAZZA SAN BABILA A MILANO PER JULIAN ASSANGE

Hanno parlato di noi:

Ansa

Alanews

 Versione italiana

The Hon Anthony Albanese MP
Prime Minister
Parliament House
CANBERRA ACT 2600

 

Milano, 2 settembre 2023

I rischi per la libertà di informazione e le istituzioni democratiche in caso di estradizione del cittadino australiano Julian Paul Assange negli Stati Uniti d'America

Sua Eccellenza Primo Ministro del Commonwealth dell'Australia Anthony Norman Albanese,

Siamo cittadini italiani amanti della Pace, della Democrazia, della Libertà e del rispetto dei Diritti Umani preoccupati per la sorte del Vostro cittadino Julian Paul Assange che rischia di essere estradato negli USA dove lo può attendere una condanna a 175 anni di carcere per la sola colpa di aver svolto in maniera impeccabile la sua professione di giornalista d'inchiesta e di editore.

Con la piattaforma WikiLeaks, Mr. Assange ha fornito un grande contributo al genere umano informandolo in maniera corretta sugli eventi principali della Storia contemporanea, senza mai fornire una visione di parte, né tantomeno compromettere l'incolumità di singoli individui o la sicurezza di Stati sovrani. Quanto dichiariamo trova riscontro nel fatto che le informazioni divulgate sono sempre state prima verificate e poi pubblicate tenendo in considerazione gli aspetti sopra citati e, inoltre, hanno riguardato qualsiasi potenza mondiale.

In segno di gratitudine per il lavoro svolto nella ricerca della verità a beneficio di tutti, ci siamo mobilitati fin dal giorno successivo al suo arresto per chiederne la liberazione, anche alla luce del trattamento disumano che ha subito il Vostro illustre cittadino, come denunciato dall'allora Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, Professor Nils Melzer che, dopo la visita ispettiva ad Assange presso il carcere di Sua Maestà Belmarsh avvenuta il 9 Maggio 2019, rilasciò la seguente dichiazione:

“In 20 anni di lavoro con vittime di guerra, violenze, e persecuzioni politiche, non ho mai visto un gruppo di Stati democratici fare banda per isolare, demonizzare, e abusare deliberatamente di un singolo individuo per un tempo così lungo e con così poco rispetto per la dignità umana e per la Legge”.

Nelle conclusioni del suo rapporto, il Professor Melzer ha focalizzato l'attenzione sull'evidente tortura psicologica a cui Julian Paul Assange è stato sottoposto per quasi un decennio, e ha invitato a “scalfire la superficie” per constatare “le anomalie procedurali presenti nel caso Assange”.

È del tutto evidente che il caso Assange sia un caso di persecuzione politica che nulla ha a che vedere con gli aspetti giudiziari, i quali vengono utilizzati in maniera arbitraria creando un precedente pericoloso per lo Stato di diritto.

Riteniamo che Julian Paul Assange rappresenti le migliori qualità che l'Umanità possa offire: intelligenza, onestà, senso di giustizia e coraggio.

Qualità che ci portano alla mente un altro Vostro valoroso cittadino: il compianto campione d'atletica leggera Peter Norman.

Anche lui, come Assange, decise di prendere posizione per il progresso del genere umano sostenendo la celebre protesta di Tommie Smith e John Carlos nella cerimonia di premiazione dei 200 metri nei Giochi Olimpici di Città del Messico quando i due afroamericani, accanto a lui sul podio, alzarono al cielo un pugno inguantato di nero contro la discriminazione razziale.

In segno di solidarietà, il velocista australiano decise di indossare il distintivo dell'Olympic Project for Human Rights e per questo gesto fu allontanato e discriminato negli anni successivi.

Era il 1968, pochi mesi prima veniva assassinato Martin Luther King ed il mondo non era tanto diverso da oggi. La guerra in Vietnam aveva risvegliato le coscienze di un'intera generazione e due statunitensi coraggiosi, Daniel Ellsberg ed Anthony Russo, decisero di svelare al mondo i Pentagon Papers, i celebri documenti del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d'America sulla guerra in Vietnam. Anche questa divulgazione di notizie trovò l'Amministrazione USA contraria ma la Corte Suprema si espresse definitivamente a favore della libertà di stampa, come sancito dal Primo Emendamento e così espresso dall'opinione concorrente del giudice Hugo Black nella sentenza New York Times Co. v. United States:

“Soltanto una stampa libera e senza limitazioni può svelare efficacemente l'inganno nel governo. E di primaria importanza tra le responsabilità di una stampa libera è il dovere di impedire a qualsiasi parte del governo di ingannare le persone e di inviarle all'estero in terre lontane, a morire di febbri straniere e sotto le bombe ed il tiro nemico”.

Per tutte queste ragioni, dopo esserci rivolti alle Istituzioni italiane, chiediamo alle Vostre istituzioni una presa di posizione in linea con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (nella fattispecie gli articoli 11-14-19), affinché il Vostro cittadino Julian Paul Assange abbia la stessa giustizia che ebbero i cittadini statunitensi Daniel Ellsberg ed Anthony Russo anziché quella subita da Peter Norman.

Comitato per la Liberazione di Julian Assange – Italia

comitatoassange@libero.it

Versione inglese

We are Italian citizens who love Peace, Democracy, Freedom and respect for Human Rights and are concerned about the fate of your citizen Julian Paul Assange who risks being extradited to the USA where a sentence of 175 years in prison may await him for the sole crime of having impeccably carried out his profession of investigative journalist and editor.

With his WikiLeaks platform, Mr Assange has made a great contribution to mankind by correctly informing it about key events in contemporary history, without bias and without compromising the safety of individuals or the security of sovereign states. This is borne out by the fact that the information disclosed has always been first verified and then published with the above-mentioned aspects in mind and, moreover, has concerned every world power.

As a sign of gratitude for the work done in the search of truth for the good of all, we have been mobilised since the day after his arrest, asking for his release, especially in light of the inhumane treatment he has suffered, as documented by the then United Nations Special Rapporteur on Torture, Professor Nils Melzer. After his inspection visit to Assange at His Majesty's Prison Belmarsh on 9 May 2019, Melzer issued the following statement:
"In 20 years of working with victims of war, violence and political persecution, I have never seen a group of democratic states pursue such a coordinated policy of consciously isolating, demonising and abusing one single individual over such a prolonged period of time and with so little respect for human dignity and the rule of law. "

In the conclusions of his report, Professor Melzer focused on the obvious psychological torture to which Julian Paul Assange has been subjected for almost a decade, and called for "scratching the surface" to see "the procedural anomalies present in the Assange case".
It is abundantly clear that the Assange case is a case of political persecution that has nothing to do with judicial aspects, which are being used arbitrarily, creating a dangerous precedent for the rule of law.

We believe that Julian Paul Assange represents the best qualities Humanity can offer: intelligence, honesty, a sense of justice and courage. Qualities that bring to mind another brave citizen of yours: the late athletics champion Peter Norman.

He, too, like Assange, decided to take a stand for the progress of mankind by supporting the famous protest of Tommie Smith and John Carlos at the 200-metre awards ceremony in the Olympic Games in Mexico City when the two African-Americans, next to him on the podium, raised a black-gloved fist to the sky against racial discrimination.
As a sign of solidarity, the Australian sprinter decided to wear the badge of the Olympic Project for Human Rights, and for this gesture he was shunned and discriminated against in later years.

That was in 1968, a few months before Martin Luther King was assassinated and the world was not so different from today. The Vietnam War had awakened the consciences of an entire generation and two courageous Americans, Daniel Ellsberg and Anthony Russo, decided to reveal to the world the Pentagon Papers, the famous US Department of Defence documents on the Vietnam War. This disclosure also encountered opposition from the US Administration, but the Supreme Court ruled definitively in favour of freedom of the press, as enshrined in the First Amendment and expressed in the concurring opinion of Justice Hugo Black in New York Times Co. v. United States:
"Only a free and unrestrained press can effectively expose deception in government. And paramount among the responsibilities of a free press is the duty to prevent any part of the government from deceiving the people and sending them off to distant lands to die of foreign fevers and foreign shot and shell".

For all these reasons, after having addressed the Italian institutions, we ask your institutions to take a position in line with the Universal Declaration of Human Rights (in this case, articles 11-14-19), so that your citizen Julian Paul Assange will have the same justice as US citizens Daniel Ellsberg and Anthony Russo instead of the fate suffered by Peter Norman.

Committee for the Liberation of Julian Assange – Italy

comitatoassange@libero.it